a Monica Giorgi Rossi
| Ammorbano, intriganti sparvieri
aggrappati all'ingiuria gridata alla faccia, il mio tempo, e non mi lasciano il silenzio di cui ho bisogno per esistere. Annichilirmi nella terra, sparire, non morire, io vorrei; potermi lasciare andare per non trovarmi un giorno di fronte alla responsabilità storica di averli lasciati gridare. Veramente viviamo tempi bui, noi che credevamo di essere i migliori e non sapevamo di generare mostri, tutti figli della mia utopia, della mia paura che ha ceduto di fronte alla mancata realizzazione. Di tutti i fantasmi di cui l'infanzia umana si circonda, proiezione blanda della propria frantumata intelligenza, il mostro più crudele, quello che nulla crea, il più sanguinario e il più bestiale, l'animale più cruento è l'idea. Ho nutrito nelle mie viscere fetide l'ansiosa partenogenesi, l'incauto eroismo surreale mentre la terra partoriva dalle plaghe il futuro piccolo della mia nazione. |