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ANNI OTTANTA
Appunti per un'estetica della morale

 

a Mario Mariani

  Detesto la montagna.
E' solenne come una cattedrale
gotica, e, nella sua facciata nevrotica
e severa, nasconde blandizie e sfide; e quelli
che ci vanno
sono antipatici, presupponenti e belli,
con la retorica mistica della bardatura.
Colorati, primi della classe,
continuamente intenti
in saggi di bravura, si ergon sulle masse;
ma bisogna poi
andarli a salvare con l'elicottero, e la televisione,
quando si mostrano, martiri, in fin di vita,
con la ferita in esposizione.
Il mare invece è pagano,
sensuale; il mare
è amorale, e se ci muori non ti conserva,
ti restituisce imputridito al ritmo d'onda
della non chalance. Sublime
come ogni perversione, il mare
è origine, che di lì siam venuti,
e fine, apocalisse abissale, e guarda,
col suo ritmico ondulare,
la montagna giovane e arrogante,
presuntuosa come ogni adolescente,
virile come ogni ragazzo
che si guarda soddisfatto
il suo bel cazzo dritto,
e sorride, nel suo piacere, il mare
caldo e umido, lasciandosi ancora
rotolare.