a Mario Mariani
| Detesto la montagna. E' solenne come una cattedrale gotica, e, nella sua facciata nevrotica e severa, nasconde blandizie e sfide; e quelli che ci vanno sono antipatici, presupponenti e belli, con la retorica mistica della bardatura. Colorati, primi della classe, continuamente intenti in saggi di bravura, si ergon sulle masse; ma bisogna poi andarli a salvare con l'elicottero, e la televisione, quando si mostrano, martiri, in fin di vita, con la ferita in esposizione. Il mare invece è pagano, sensuale; il mare è amorale, e se ci muori non ti conserva, ti restituisce imputridito al ritmo d'onda della non chalance. Sublime come ogni perversione, il mare è origine, che di lì siam venuti, e fine, apocalisse abissale, e guarda, col suo ritmico ondulare, la montagna giovane e arrogante, presuntuosa come ogni adolescente, virile come ogni ragazzo che si guarda soddisfatto il suo bel cazzo dritto, e sorride, nel suo piacere, il mare caldo e umido, lasciandosi ancora rotolare. |