a Simona Tagli
| Traduci messaggi criptici a la tua
voce, non le tue parole evocano memorie, ma soltanto incongruenze fastidiose appannate da continue approssimazioni sintattiche. Il tuo sforzo stridulo genera un mix patetico di ostilità e di nausea. Il tuo gesto invece, che s'appoggia sulla rotonda plasticità dei seni, sulla sapiente cura delle tue forme esaltate, crea armoniche assonanze e genera illusori cerchi ipnotici davanti al mio presente deprogrammato. Non m'importa di te, e il fatto che tu sia persona mi infastidisce, in fondo. Ti osservo, frammentata partecipazione della carne. Ho visto impensate follie svettare verso l'umido turgore dell'attaccatura di una coscia, e indignitose strepitanti gioie brindare acclamando ad un labbro socchiuso, ed oggi mi osservo considerare il mio degrado languido, ma non ne vengo umiliato, anzi mi esalta il profumo intenso della tua pelle vicina, di cui avverto rapito la consistenza. Solo la tua voce e la tua sintassi gettano un rimbombo cupo, e passi falsi risuonano nell'immenso spazio vuoto della mia coscienza. |