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JURASSIC PARK
Orazione pro domo mea

 

a Dada

  Emergono dall'acqua incatramata
come cormorani mediorientali,
emblema catartico degli umani aneliti
all'autodistruzione, i sopravissuti.
Si sbarazzano con gesti semplici,
sicuri, del liquame che li insozza,
camminano spavaldi aiutati
dall'effetto vento e dal controluce
che gli muove i capelli,
e mostrano maschere lucenti, e volti
aperti, sguardi sorridenti al domani
spalancato sul successo.
Belli, senza morale, senza legami
senza nemmeno la paura che un gesto
nasconda un'idea, senza il pensiero
che Voltaire possa essere esistito,
sanno cancellare la storia
con un elegante gesto di arroganza
che per la sua esecuzione schietta
suscita un applauso, e la battuta
che confonde Karl con Groucho
risuona di grida diverse, devastanti.
Il mio rantolo si fa vaticinio,
oracolo intimista, ricordando
le fenici già vedute, le rivoluzioni
già consumate e cantate
dalla solita tigre di carta
che si è fatta opposizione.
La mia ansia brucia al pensiero
dei nuovi mostri, e li genera la mia paura