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LA NUOVA APOCALISSE
Nell'ipotesi di un rassegnato ottimismo

 

a Corrado Caselli

  Vorrei che la mia saggezza ormai antica,
prefica piena d'arroganza altera,
costruita sulla metrica della costante distanza
dai luoghi della guerra, producesse
rassegnato ottimismo per il cambiamento
che doveva pur accadere, e che insieme
avevamo auspicato.
Vorrei vedere seppur piccoli lampi di luce
nella ragazzina sculettante che seduce
assuefatte platee, nell'arrivato campione
del libero scambio profeta del rinnovamento
che costruirą mercato,
ed anche nel giudice osannato
che rende visibile non tanto il suo
incorruttibile disegno quanto il suo disprezzo
per la dignitą dell'altro, e lo scaltro
gesto contadino calato nel software
elettronico di una sintassi approssimativa.
Ma non vedo che l'involuta ripetizione
di una lezione gią studiata, una riverniciata
nuova ad un palazzo gią cadente, non vedo
che la forza bruta appena mascherata
da un grezzo sorridere sguaiato.
E le mie mani rimangono
raggrinzite a voltare la pagina
di un giornale rassegnato, e le mie orbite fisse,
ad una nuova insistita ripetuta apocalisse.